IL TERZO CAMMINO - LA VIA DEI MONASTERI
Segnaletica: bidirezionale | sia direzione Corigliano che direzione Paterno | 135 km, in 6 tappeLa Via dei Monasteri più che un singolo viaggio è un andirivieni, un percorso complesso compiuto da Francesco per congiungere le chiese che lui stesso ha costruito in Calabria dopo quella di Paola, ovvero Paterno (1472), Spezzano (1474) e Corigliano (1476). La fondazione di questi monasteri è segno della grande maturità spirituale raggiunta da frate Francesco e del forte legame intrecciato con la sua gente e i suoi confratelli. La Santa Sede, infatti, aveva ormai ufficializzato la nascita dell’Ordine dei Minimi, inizialmente denominato “Congregazione degli eremiti di San Francesco di Assisi”, e il popolo premeva affinché nel proprio territorio si stanziasse una comunità di frati, apprezzando in essi il medesimo stile di vita sobrio del Fondatore.
Nella considerazione della gente, chi vestiva l’abito dei minimi era strumento, per dono di Dio, di rinnovamento della Chiesa e della società del tempo, vivendo la penitenza evangelica già sperimentata da frate Francesco. La presenza dei frati minimi aveva anche una grande rilevanza sociale, in quanto essi erano reputati messaggeri di pace e di giustizia, oltre che modelli edificanti di contemplazione e di azione.
Il percorso inizia da Paterno e, oltrepassando le colline e le valli delle Serre Cosentine, fa tappa a Cosenza. Da lì si procede verso la Pre-Sila cosentina all’interno dell’Area MaB (Man and the Biosphere) UNESCO. Lungo il cammino si attraversano campi, vigneti e uliveti oltre a boschi di querce e castagni, fino ad arrivare agli abeti e ai pini delle quote più alte (1.135 m slm l’altitudine massima). L’arrivo è tra distese di ulivi, con lo sfondo del Golfo di Corigliano che incornicia il Mar Ionio.
CREDENZIALE
Rappresenta il "passaporto del pellegrino”. Il pellegrino deve averla con sé per essere identificato come tale e avere accesso alle strutture di accoglienza preposte lungo l’itinerario. In ogni luogo dove viene ospitato riceverà un timbro. Una volta terminato il Cammino riceverai il Testimonium di avvenuto pellegrinaggio.
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Prima Tappa: Santuario di Paterno - Cosenza
Dati tecnici
Lunghezza: 18,400 km
Difficoltà: Facile Dislivello in salita: 400 m Dislivello in discesa: 800 m Note: Tappa con tanta discesa e poca salita, in gran parte su strade asfaltate di campagna. |
Quota minima: 235 m slm
Quota massima: 665 m slm Fondo: 90% asfaltato, 10% sterrato Acqua potabile: Fontana Paterno (0 km), Fontana Albo (7,3 km), Fontana Portapiana-SP241 (16,2 km), Fontana Portapiana (16,7 km). |
Località di partenzaPaterno Calabro (660 m slm) |
Località di arrivoCosenza (235 m slm) |
Territori comunali attraversatiPaterno Calabro, Cosenza. |
Punti di interesse
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Percorso
Tappa facile. Parte dal Santuario di Paterno Calabro (660 m) e raggiunge il convento di S. Francesco (235 m) nel centro storico di Cosenza. Per la descrizione completa della tappa clicca qui.L'episodio della tappa
L’amicizia tra San Francesco di Paola e Francesco Florio, nobile di CosenzaOriginario di Cosenza, il nobile Francesco Florio si recava spesso a Paterno e a Spezzano mentre erano in corso i lavori di costruzione dei conventi. Dalla testimonianza che ci ha lasciato, emerge come fra lui e il Paolano vi fosse una bella relazione di amicizia. Il giovane era attratto dalla figura misteriosa del Frate, si intratteneva in dialogo con lui, si metteva spesso al suo servizio facendogli anche da messaggero e si dilungava volutamente ad osservarlo, tanto da tramandarci descrizioni particolareggiate. Dice, infatti, che Francesco di Paola viveva in totale povertà, che il suo giaciglio era costituito da una tavola e da una tegola, che viveva la preghiera in maniera talmente intensa da non sentire la voce di chi gli stava accanto o il freddo della neve che gli cadeva addosso. Nei suoi soggiorni a Paterno, il nobile cosentino ha anche avuto modo di notare dei segni singolari: il profumo di erba fresca che emanava il suo corpo, anche quando lavorava duramente, e la pelle delle mani e dei piedi, che appariva vellutata sebbene camminasse scalzo nei rovi e nel bosco per raccogliere legna da utilizzare per la costruzione del convento.
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Seconda Tappa: Cosenza - Santuario di Spezzano della Sila
Dati tecnici
Lunghezza: 19,300 km
Difficoltà: Media Dislivello in salita: 900 m Dislivello in discesa: 400 m Note: Tappa in leggera ma costante salita, con lunghi tratti di asfalto nell’uscita da Cosenza, in strade di campagna e paesi nella parte centrale, e in natura verso l’arrivo. |
Quota minima: 235 m slm
Quota massima: 910 m slm Fondo: 57% asfaltato, 43% sterrato Acqua potabile: Borgo Partenope (6,7 km), Piazza Pietro Negroni (6,9 km), Piazzetta Spiconello (12,4 km), Largo Fiorilli (12,5 km), Chiesa Santi Pietro e Paolo (12,7 km), Fontana via Iotta (13,1 km), Fontana Santuario Spezzano (19,3 km). |
Località di partenzaCosenza (235 m slm) |
Località di arrivoSantuario di Spezzano della Sila (830 m slm) |
Territori comunali attraversatiCosenza, Casali del Manco, Spezzano della Sila. |
Punti di interesse
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Percorso
Tappa mediamente impegnativa. Parte da Cosenza (235 m) e raggiunge il santuario di S. Francesco (830 m), di Spezzano della Sila. Per la descrizione completa della tappa clicca qui.L'episodio della tappa
San Francesco dalla Francia scrive ai procuratori dell’Eremo di SpezzanoNel 1486, ormai trasferitosi alla corte dei Reali francesi, frate Francesco indirizza un documento alle comunità italiane, noto come ‘Lettera ai procuratori dell’Eremo di Spezzano’. Il testo contiene preghiere e raccomandazioni dai toni delicati e paterni oltre a delle esortazioni a riflettere sulla pace e sulla giustizia, che risuonano attuali anche oggi.
“Vi prego ancora: lasciate tutti gli odi e le inimicizie. Amate la pace che è il tesoro migliore che possono avere i popoli. Nostro Signore Gesù Cristo non lasciò altri precetti agli Apostoli se non la pace. Amate per bene comune, aiutate i poveri orfani, le vedove, i bambini. Correggetevi per l’avvenire, pentitevi del passato, chè Dio è misericordioso e ci aspetta a braccia aperte. Forse possiamo nasconderci davanti al mondo, ma non ci potremo nascondere a Dio.
Fate una vera e fedele confessione, come si addice a veri cristiani, e così avremo la benedizione e saremo aiutati dall’eterno Dio e la povera Italia mitigherà i suoi grandi supplizi. Non vi scrivo altro, eccetto che la pace sia con voi. […]
Il vostro indegno oratore frate Francesco minimo povero eremita di Paola”.
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Terza Tappa: Santuario di Spezzano della Sila - San Pietro in Guarano
Dati tecnici
Lunghezza: 16,400 km
Difficoltà: Facile Dislivello in salita: 650 m Dislivello in discesa: 850 m Note: Lungo la tappa non sono presenti centri abitati intermedi, ricordati di portare cibo e acqua per il pranzo lungo il cammino (sorgenti solo nei primi km). |
Quota minima: 645 m slm
Quota massima: 1.135 m slm Fondo: 55% asfaltato, 45% sterrato Acqua potabile: Fontana Santuario Spezzano (0 km), Fontana del Sindaco (0,8 km), Fontana Celico (1,5 km), Sorgente Cannavino (3,2 km), Tre Croci (15,9 km). |
Località di partenzaSantuario di Spezzano della Sila (830 m slm) |
Località di arrivoSan Pietro in Guarano (655 m slm) |
Territori comunali attraversatiSpezzano della Sila, Celico, Rovito, Lappano, San Pietro in Guarano. |
Punti di interesse
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Percorso
Tappa facile. Parte dal Santuario di Spezzano (830 m) e raggiunge il borgo di San Pietro in Guarano (655 m), con un dislivello in salita tutto nella prima metà e in discesa nella seconda parte. Per la descrizione completa della tappa clicca qui.L'episodio della tappa
San Francesco di Paola e la carità verso i bisognosiAi tempi in cui frate Francesco si era trasferito a Spezzano, imperversava una tremenda carestia, che si sommava a una condizione di diffusa povertà, dovuta a vessazioni fiscali e ingiustizie sociali. Nicola Montone, un nobile di Cosenza, racconta un episodio prodigioso avvenuto a Spezzano. Strada facendo, frate Francesco incontrò una comitiva di quattro uomini, alcuni dei quali molto giovani e talmente affamati da essere diventati irruenti. Uno di questi, vedendo arrivare il frate, lo aggredì per derubarlo dicendogli: “Padre siamo oppressi da grande fame; dacci dunque del pane, così possiamo rifocillare la nostra magra e fiacca debolezza”. Frate Francesco non si mostrò preoccupato dell’imboscata; anzi, fece cenno di sì e offrì loro tutto quanto aveva con sé: un tozzo di pane, qualche fico e un po’ di vino. Tutti mangiarono e si rifocillarono e addirittura “ad accrescere il fatto miracoloso, avanzò metà del vino e un terzo di pane e fichi; per cui tutti rimasero meravigliati dalla così evidente crescita di ciò che era stato offerto”.
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Quarta Tappa: San Pietro in Guarano - Rose
Dati tecnici
Lunghezza: 27,700 km (17,900 km variante a piedi)
Difficoltà: Difficile Dislivello in salita: 950 m Dislivello in discesa: 1200 m Note: Nessun centro abitato intermedio (sorgenti solo nei primi km). Per chi va a piedi, alla pietra che indica 74,3 km a Corigliano, possibilità di accorciare svoltando a sinistra seguendo i segnali “variante a piedi” (a destra per la “variante bici”). Nella vallata si incontra un guado, difficoltoso in inverno. |
Quota minima: 423 m slm
Quota massima: 897 m slm Fondo: 54% asfaltato, 46% sterrato Acqua potabile: Fontana Padre Pio (0 km), Redipiano (1,3 km), Fontana Crocicchia (1,6 km), Fonte San Domenico (3,5 km), Area pic-nic Feroleto (8,2 km). |
Località di partenzaSan Pietro in Guarano (655 m slm) |
Località di arrivoRose (423 m slm) |
Territori comunali attraversatiSan Pietro in Guarano, Rose. |
Punti di interesse
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Percorso
Tappa dura per i continui saliscendi e per la lunghezza. Parte da San Pietro in Guarano (655 m) e raggiunge il borgo di Rose (423 m). Per la descrizione completa della tappa clicca qui.L'episodio della tappa
San Francesco di Paola e la vocazione contrastata di Bernardino Otranto da CropalatiFrancesco di Paola è stato un padre amorevole e attento nei confronti di chi voleva abbracciare l’Ordine dei Minimi. Questo tipo di vocazione è difficile da comprendere e da accettare con perseveranza. Così era stato per Bernardino Otranto, appartenente ad una nobile famiglia di Cropalati. Il giovane conduceva una vita dissoluta quando incontrò frate Francesco a Spezzano. Con uno stratagemma, il buon Frate chiuse il ragazzo in una cella del convento per obbligarlo a riflettere sui suoi errori e sul senso della sua vita. Deciso a farsi frate, Bernardino dovette affrontare diverse difficoltà, prima fra tutte l’opposizione della famiglia, che lo portarono ad abbandonare l’abito più di una volta. Addirittura, accadde che mentre fra Francesco e fra Bernardino erano in cammino, i fratelli di quest’ultimo lo attesero per strada per ricondurlo a casa di forza.
La vocazione di fra Bernardino fu più forte di ogni resistenza: dopo l’ennesima esitazione, ritornò da fra Francesco e divenne una figura importantissima per l’Ordine. In punto di morte, frate Francesco nominò fra Bernardino Otranto suo successore.
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Quinta Tappa: Rose - Acri
Dati tecnici
Lunghezza: 28,200 km
Difficoltà: Difficile Dislivello in salita: 1300 m Dislivello in discesa: 1000 m Note: Tappa dura. Possibilità di dividere la tappa fermandosi all’abbazia della Sambucina di Luzzi (nei dintorni diverse soluzioni di pernottamento e ristorazione vedi qui). |
Quota minima: 390 m slm
Quota massima: 963 m slm Fondo: 65% asfaltato, 35% sterrato Acqua potabile: Fontana Querceto (5,2 km), Fontana Timparello (12,5 km), Acqua di Manca (21,7 km). |
Località di partenzaRose (423 m slm) |
Località di arrivoAcri (710 m slm) |
Territori comunali attraversatiRose, Luzzi, Acri. |
Punti di interesse
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Percorso
Tappa dura per i continui saliscendi e per la lunghezza. Parte da Rose (423 m) e raggiunge il borgo di Acri (710 m). Per la descrizione completa della tappa clicca qui.L'episodio della tappa
San Francesco di Paola ammonisce e allontana i peccatoriFrancesco di Paola è stato il santo della conversione. Invitava tutti, laici e consacrati, a confessarsi spesso, a riconciliarsi con Dio e con il prossimo; esortava, poi, a seguire un cammino di trasformazione radicale, tale da progredire sempre di bene in meglio. Aveva a cuore le sorti dei peccatori e per compassione si sottoponeva ad austere penitenze per scontare le offese rivolte a Dio.
Se è vero che tante persone accorrevano da fra Francesco per essere guariti da qualche malattia, è ugualmente vero che tante altre si recavano da lui con l’esclusivo obiettivo di ricevere “ottimi insegnamenti e consigli”, come ci racconta il testimone Simone de Yesio. Frate Francesco era accogliente e comprensivo nei confronti di chi provava a condurre un cammino di conversione, esortava tutti a mantenere pulita la coscienza, ma si mostrava deciso e risoluto verso i peccatori ostinati. Il testimone, infatti, racconta che quando andava da lui qualcuno che addirittura si compiaceva del male fatto, fra Francesco lo allontanava dicendo: “Vattene e abbandona i tuoi piaceri cattivi”.
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Sesta Tappa: Acri - Santuario di Corigliano Calabro
Dati tecnici
Lunghezza: 25,200 km
Difficoltà: Difficile Dislivello in salita: 800 m Dislivello in discesa: 1300 m Note: Lungo la tappa sono presenti piccoli caseggiati, ricordati di portare cibo e acqua per il pranzo lungo il cammino (buone sorgenti lungo la tappa). |
Quota minima: 207 m slm
Quota massima: 1020 m slm Fondo: 60% asfaltato, 40% sterrato Acqua potabile: Fontana Gastia (2,9 km), Acqua delle Fate (9,3 km), Fontana Chimento (10,8 km), Fontana Carpino (21,1 km). |
Località di partenzaAcri (710 m slm) |
Località di arrivoCorigliano (207 m slm) |
Territori comunali attraversatiAcri, Corigliano Calabro. |
Punti di interesse
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Percorso
Tappa di difficoltà media. Parte da Acri (710 m) e raggiunge il Santuario di Corigliano Calabro (207 m). Per la descrizione completa della tappa clicca qui.L'episodio della tappa
San Francesco di Paola e i fedeli realizzano l’acquedotto di CoriglianoQuando giungeva in un luogo per fondare un convento, frate Francesco di Paola si metteva subito all’opera e coinvolgeva la gente del luogo, che si metteva al servizio suo e della Chiesa. Così avvenne anche a Corigliano. Appena arrivato, scelse personalmente il luogo dove edificare la chiesa e invitò gli operai che erano con lui a scavare. Aveva poi bisogno di pietre per allestire la fornace per la cottura dei mattoni e ancora una volta indicò con esattezza il punto in cui bisognava cercare. Restava, poi, il problema dell’acqua, la cui sorgente era molto distante dal convento e così frate Francesco si mise all’opera per costruire l’acquedotto. Ma non da solo. Nel processo di canonizzazione, Don Nicola Castagnaro ha raccontato che addirittura un giorno “erano più di trecento le persone che si erano offerte onde apprestare un acquedotto per il costruendo convento”. Frate Francesco, quindi, realizzò una grande opera per la città, invogliando la gente a mettersi al servizio e avendo cura di sfamare tutti: “avendo solo un serto di fichi, cominciò a distribuirli a quei trecento uomini; bastarono per tutti e ne avanzarono”.
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Il Testimonium
Il Testimonium è un documento che certifica l’avvenuto pellegrinaggio. È il corrispettivo della “Compostela”, che si ottiene al compimento del Cammino di Santiago. Nella tradizione storica questa pergamena era importantissima perché il pellegrino, tornato a casa, poteva dimostrare che il pellegrinaggio era compiuto e il voto sciolto.Una volta arrivati al Santuario di Corigliano (o al Santuario di Paterno per chi percorre la Via al contrario), verrà consegnato il Testimonium timbrato dall’Ordine dei Minimi di San Francesco.