Tappa 13: dal Santuario di Corigliano Calabro a Terranova da Sibari


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Dati tecnici

Lunghezza: 28,200 km
Difficoltà: Difficile

Dislivello in salita: 750 m
Dislivello in discesa: 700 m

Note: In estate, sia per il caldo che per la scarsità di ripari dal sole, si consiglia di partire all’alba evitando di camminare nelle ore più calde.
Quota minima: 35 m slm
Quota massima: 268 m slm

Fondo: 46% asfaltato, 54% sterrato

Acqua potabile:
Fontana XX (00,0 km)
Fontana XX (00,0 km).

Località di partenza

Corigliano Calabro (207 m slm)

Località di arrivo

Terranova da Sibari(268 m slm)

Territori comunali attraversati

Corigliano-Rossano, San Giorgio Albanese, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, Terranova da Sibari.

Punti di interesse

  • Santuario di Corigliano Calabro;
  • Chiesa di San Francesco di Paola (Terranova da Sibari);
  • Convento Sant'Antonio (Terranova da Sibari).

Percorso

Tappa difficile per la lunghezza e i continui saliscendi tra agrumeti e uliveti. In estate, sia per il caldo che per la scarsità di ripari dal sole, si consiglia di partire all’alba evitando di camminare nelle ore più calde. La tappa parte dal Santuario di Corigliano Calabro (207 m) e raggiunge il centro storico di Terranova da Sibari (268 m).

Appena fuori il centro storico di Corigliano si prende la SS106 e si supera il viadotto sul torrente Coriglianeto utilizzando il percorso pedonale. All’incrocio si prende la SP184 sulla sinistra e subito dopo, all’altezza di un tornante, si scende per la stradina sulla destra. Alla prima curva si prende la sterrata sulla sinistra che continua in piano per 3 km tra agrumeti e cave di estrazione di inerti. Raggiunta una curva verso destra si abbandona la via principale prendendo la stradina sterrata che sale sulla sinistra, che continua tra agrumeti, uliveti e aree spoglie. Dopo circa 1 km di salita su strada cementata, giunti a un quadrivio, si prende la seconda strada sulla destra che continua in discesa fino al guado del torrente Malfrancato.

Superato il corso d’acqua si continua su uno sterrato in piano per 1 km e, giunti sulla SP186, la si attraversa proseguendo sulla strada per contrada Colucci, che sale tra agrumeti e uliveti. Appena spiana, si piega a sinistra per uno sterrato tra eucalipti che in breve conduce sulla SP180, che imbocchiamo verso destra e proseguendo per 1 km. All’altezza di una fontana lasciamo la provinciale, proseguendo sulla sinistra su una stradina asfaltata che continua in salita per 2 km, ancora tra agrumeti e uliveti, e poi in discesa verso la SP183, che prendiamo verso destra. Giunti all’incrocio con la SS177 giriamo a sinistra, proseguendo per 1 km sulla statale, che lasciamo all’altezza di una curva con un vecchio casolare sulla destra.

Preso lo sterrato a destra, si risale il colle tra campi di grano e uliveti, con splendidi scenari che si aprono alle nostre spalle. Giunti in cima si prende lo stradello di sinistra che scende sul versante opposto, fino al facile guado del torrente Muzzolito. Arrivati su una strada asfaltata, giriamo a sinistra e, dopo 300 m, l’abbandoniamo per prendere una carrareccia che risale un’altra bella collina punteggiata di ulivi, fino al caseggiato di località S. Biagio. Superate le pale del parco eolico (quota massima della tappa, 296 m) si scende con vista sul paese di fine tappa e sui monti del Pollino. Giunti sulla SP252 si svolta a sinistra e, superato il fiume Crati, giriamo a destra per la dura salita finale che conduce a Terranova da Sibari (268 m).


Foto



Mappa ed altimetria




L'episodio della tappa

L’invito del Re di Francia
Luigi XI, re di Francia, aveva contratto una grave forma di malattia e a nulla gli erano valse le cure dei medici più accreditati a corte. Un mercante napoletano, Matteo Coppola, raccontò al Re di conoscere frate Francesco di Paola, un Uomo di Dio che in Calabria aveva guarito molte persone. Parve al Re una speranza da inseguire, forse l’ultima, per salvare sé stesso dall’idea angosciante della morte imminente. Immediatamente incaricò il suo più stretto collaboratore, Guynot de Bussière, di partire insieme ad altri delegati per portare al suo capezzale quel Frate guaritore, a qualunque costo. La spedizione francese, giunta con una nave, vagò per mesi, cercando Francesco in Calabria e in Sicilia, là dove sapevano che aveva fondato dei conventi. Alla fine, lo trovarono insieme ad un altro frate nel suo ambiente naturale, probabilmente il romitorio di Paterno, descritto come “una angusta abitazione, nascosta agli occhi degli altri abitanti”. Il de Bussière spiegò a Francesco in quale situazione precaria si trovasse la Francia per via della malattia del Re e lo pregò di seguirlo. Frate Francesco rifiutò, ben sapendo che i piani di Dio non si possono forzare.